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Autore: Luigi Castello 12 ago, 2020

I rivestimenti per le superfici di casa – ma il discorso vale, ovviamente, anche per uffici, studi professionali, esercizi commerciali e perfino aziende – da tempo non sono più soltanto un elemento funzionale, ma veri e propri protagonisti del design, componenti indispensabili per un arredamento che combini eleganza e praticità. Le varie possibilità messe a disposizione dai materiali più disparati, dai colori, dalle finiture, offrono una flessibilità mai vista prima a chi si trova a dover decidere le scelte per la propria abitazione o per una ristrutturazioni a Monzao Roma.

ATTENZIONE ALLA SCELTA DEI MATERIALI GIUSTI

Cotto, grès porcellanato, maioliche, ceramiche compongono un assortimento variegato e dai molteplici vantaggi, sia funzionali che estetici. I materiali più innovativi – come ad esempio il grès – sono resistenti, facili da pulire, dall’ottimo impatto estetico e sono in grado di sopportare notevoli sollecitazioni, sia dal punto di vista del calpestio che dell’esposizione a sostanze chimiche e acidi di ogni genere. Ma molti non potrebbero mai rinunciare al calore e all’eleganza intrinseca di soluzioni come il legno dei parquet nelle essenze più pregiate o il cotto per ambienti rustici, country e shabby chic.

In ogni caso, piastrelle, rivestimenti e pavimenti devono essere scelti con la massima attenzione per non pentirsi sul lingo termine di una scelta troppo affrettata: meglio chiedere qualche consiglio in più agli esperti per selezionare la tipologia di materiale e la rifinitura più adeguata alle proprie esigenze, in grado di “vestire” al meglio camere da letto, cucine, salotti e bagni.

RIVESTIMENTI PER INTERNI: QUALI VARIABILI CONSIDERARE PRIMA DELL’ACQUISTO

Quando si acquistano piastrelle o rivestimenti è essenziale rivolgere la massima attenzione alla scelta del formato (le piastrelle più grandi, ad esempio, come effetto ottico riescono ad ampliare in maniera visibile una stanza), del colore e ovviamente del materiale. La ceramica è tuttora uno dei materiali più utilizzati, sia per la sua solidità che per la sua versatilità: è resistente agli urti, realizzato in infinite forme, colori e dimensioni, igienicamente molto sicuro e capace di garantire stile, raffinatezza ed eleganza. Per gli stessi motivi il grès è una soluzione molto apprezzata, essendo inoltre in grado di imitare in modo molto fedele altri materiali, come la pietra o il legno. Da non sottovalutare inoltre la possibilità di abbinare un riscaldamento a pavimento, per un comfort termico uniforme in tutta la casa.

Autore: luigi castello 12 ago, 2020

Nel mondo dell’edilizia, il problema del ricorso a materie prime eco-sostenibili diventa ogni giorno più pressante. Un tempo, ancora ignari dell’impatto effettivo delle attività umane sul nostro pianeta, non si considerava importante il rapporto tra un edificio e la sua sostenibilità a lungo termine rispetto all’ambiente. Oggi per fortuna le sensibilità a queste tematiche è cambiata ed è accettato da tutti che una nuova costruzione debba limitare al minimo il suo impatto sull’ecosistema, dalle emissioni inquinanti ai rifiuti, dal rumore fino alla scelta di materiali che provengono da materie prime rinnovabili.

MATERIE PRIME RINNOVABILI, UNA SOLUZIONE NON INQUINANTE E RICICLABILE

Utilizzare materie prime non ecosostenibili può avere conseguenze devastanti per il mondo che ci circonda: ad esempio, molte sorgenti naturali di sabbia stanno andando incontro al loro esaurimento proprio a casa dell’eccessivo sfruttamento per l’edilizia. È bene quindi assicurarsi, quando si provvede a una nuova costruzione, che i materiali utilizzati provengano da materie prime rinnovabili, da fonti locali (per inquinare meno durante il trasporto e allo stesso tempo incentivare il mercato locale) e infine che, in futuro, in un ipotetico abbattimento della casa, i materiali possano essere riciclati e nuovamente riutilizzati.

PERCHÉ UTILIZZARE MATERIALI ECOSOSTENIBILI

L’utilizzo indiscriminato di materiali può essere fatale anche per chi abita gli edifici costruiti senza criterio, oppure realizzati facendo ricorso a materie prime di cui ancora non si conoscono tutte le caratteristiche. L’esempio più evidente e tristemente celebre è quello dell’amianto, fortemente cancerogeno e rintracciabile in moltissimi edifici costruiti in passato, ma si possono ricordare anche il PCP, il lindano, la formaldeide.

Ben altro il discorso quando si scelgono materiali davvero naturali, come ad esempio gli isolanti vegetali (tra cui i pannelli in fibra di legno, il cocco, la canapa, il sughero), i pavimenti in cotto o pietra ma anche bambù e sisal, i laterizi in terra cruda e, su tutto, il legno: questo materiale tradizionale straordinario è non solo di grande prestigio, ma anche perfettamente eco-sostenibile se ricavato da foreste controllate, garantisce un ottimo isolamento termico e reagisce molto meglio del calcestruzzo tradizionale alle scosse sismiche.

I professionisti di CST Planning utilizzano esclusivamente materiali naturali per le loro costruzioni, con materie prime eco-compatibili e di produzione italiana per assicurare i migliori risultati possibili nel pieno rispetto dell’ambiente e degli esseri viventi che lo abitano.

Autore: luigi castello 12 ago, 2020

Le case in legno, tipologia abitativa tra le più tradizionali, stanno tornando sempre più di moda, viste le loro speciali virtù e caratteristiche. Oggi una casa in legno rappresenta la soluzione perfetta per chi è alla ricerca di un edificio perfettamente ecosostenibile, in grado di garantire un elevato risparmio energetico e di resistere alle sollecitazioni in modi che le strutture in calcestruzzo non possono garantire, ad esempio nell’evenienza di un terremoto.

LA SOLUZIONE ABITATIVA ECOLOGICA E CHE FA RISPARMIARE

Le case realizzate in legno prima di tutto sono eco-compatibili: costruite con materiali ecologici e riciclabili, non inquinano l’ambiente né durante la messa in opera né durante il processo di fabbricazione. In più questi materiali sono rigenerabili e una casa in legno necessita di una manutenzione molto ridotta e poco costosa.

Il legno è un eccellente isolante, e chi vive in una casa in legno – grazie a un coefficiente di conducibilità molto inferiore rispetto al cemento, all’acciaio o ai mattoni – può rinunciare ad accendere il riscaldamento ogni volta che fa un po’ di freddo o, viceversa, ricorrere al condizionatore quando c’è afa: le dispersioni sono ridotte al minimo e la casa in legno è pertanto il modo migliore per avere il fresco d’estate e il caldo d’inverno. In più il legno si comporta come un perfetto isolante acustico, oltre che termico – con una casa in legno tranquillità e quiete sono assicurati.

RESISTENZA AI TERREMOTI E DURATA NEL TEMPO

Tra gli altri vantaggi delle case in legno, l’elevata resistenza antisismica (grazie al comportamento elastico innato del legno), i tempi di realizzazione ridotti rispetto alle strutture in calcestruzzo o in mattoni, l’alta durabilità nel tempo oltreché ai costi di costruzione ridotti. Le case in legno sono prodotti molto flessibili anche sul piano costruttivo e di progettazione: si possono scegliere non soltanto case modulari, ma anche forme particolari e dimensioni personalizzate che con altre tecniche non sarebbero possibili. Il legno ha un fascino unico, caldo e perfetto sia per il design più classico che per quello più moderno, in modo da armonizzarsi con i propri complementi d’arredo e i mobili già esistenti con una sintonia perfetta da ogni punto di vista. Inoltre le case in legno sono una soluzione perfetta per le famiglie con bambini, visto che si tratta di un materiale assolutamente atossico e che viene trattato esclusivamente con prodotti naturali.

Autore: luigi castello 12 ago, 2020

Quando si costruisce una nuova casa o si rinnova una già esistente con una ristrutturazione parziale o completa, uno dei dilemmi più comuni riguarda le pareti e la loro decorazione. Già, perché esistono diversi modi per armonizzarle al meglio con la propria idea d’arredo e con i mobili che verranno ospitati all’interno: la carta da parati e la verniciatura, ognuna con i suoi vantaggi e le sue diverse caratteristiche.

CARTA DA PARATI: UNA SOLUZIONE TRADIZIONALE PER DECORARE LE TUE STANZE

La carta da parati è una soluzione tradizionale e molto popolare per il rivestimento di pareti e di superfici verticali. Si tratta in sostanza di tappezzare o ricoprire il muro (ma anche un mobile o un accessorio) con fogli di materiali diversi, dalla cellulosa al nylon, dal lino fino al PVC. La tipologia di carta da parati più comune è quelle realizzata in cellulosa naturale, materiale di lunga durata, ma esistono anche altre tipologie come il vinile o il PVC che si adattano agli ambienti molto umidi (bagno e cucina), il tessuto non tessuto, la fiselina e così via.

LA VERNICIATURA: SOLUZIONI AD ACQUA E LAVABILI

La verniciatura, invece, prevede la copertura della pareti con degli strati di colore mediante appunto l’applicazione della vernice. Si tratta di una soluzione di solito meno costosa, e che fino a qualche anno fa aveva anche una durata inferiore; oggi, però, la ricerca scientifica ha permesso alla verniciatura di fare importanti passi in avanti ed è possibile garantire prestazioni eccezionali un tempo impensabili.

Per cominciare, nelle vernici sono state da tempo introdotte sostanze non tossiche, che consentono di eliminare una delle più comuni critiche alla verniciatura, ossia i rischi per la salute. Oggi le vernici sono assolutamente sicure e del tutto atossiche, essendo a base di acqua e non di altre sostanze chimiche. Inoltre sono a disposizione anche vernici lavabili per una rimozione pratica e senza intoppi, ed esistono moltissime finiture e colori per un risultato personalizzato da ogni punto di vista. La verniciatura è quindi una soluzione ideale anche per le famiglie con i bambini: non provoca allergie di sorta (come invece talvolta può capitare scegliendo la carta da pareti per il rivestimento dei propri muri), non emette sostanze tossiche, non è inquinante e permette quindi di godersi i propri spazi senza preoccupazioni.

Autore: luigi castello 12 ago, 2020

Al fine di assicurare alla propria clientela un risultato ottimale sia in termini estetici che di prestazioni, CST Planning si avvale delle tecnologie più avanzate, integrando l’esperienza pluridecennale e le conoscenze professionali dei suoi tecnici e designer con strumenti in grado di assicurare una progettazione certosina e una pianificazione dei lavori calibrata al millimetro, specifica per ogni singolo ambiente.

In questo modo, ogni progetto di interior design, impiantistica e ristrutturazione viene modellato sulle esigenze specifiche dell’immobile e di chi lo abita. Una delle caratteristiche più spiccate, e ovviamente tra le più apprezzate dalla clientela, delle moderne tecnologie per la progettazione architettonica è infatti la pressoché totale personalizzazione dei progetti. Un elemento, quest’ultimo, che mette il designer nelle condizioni di pianificare interventi letteralmente impensabili fino a qualche anno fa, in grado di ridisegnare da cima a fondo gli elementi infrastrutturali di un edificio.

INFORMATICA E INTERIOR DESIGN

Sono soprattutto i moderni software di progettazione a costituire il terrapieno virtuale su cui verrà eretto il lavoro progettuale di CST Planning. In particolare, l’azienda è solita affiancare l’utilizzo del tradizionale sistema CAD (ovviamente nelle sue versioni più complete e aggiornate) per l’elaborazione dei disegni e la creazione di modelli tridimensionali alla più moderna tecnologia BIM.

Quest’ultima sigla è l’acronimo dell’espressione inglese Building Information Modeling, un sistema informatico che integra il modello tridimensionale di un immobile (sia esso progettato ex novo, e quindi non esistente in realtà, che desunto dalle planimetrie di un edificio reale) con una serie di dati supplementari.

Tra questi: ulteriori misurazioni rispetto al modello CAD, locazione geografica dell’immobile, orientamento, pendenza del terreno, proprietà e stato di conservazione, nel caso di edifici datati o danneggiati, di ogni singolo materiale di costruzione; parametro che il più delle volte accumula una quantità di dati estremamente densa e voluminosa. Nel sistema BIM vengono inoltre inseriti dati come informazioni tecniche sui lavori di costruzioni, eventuali lavori di manutenzione e smaltimento di fine ciclo.

Scopo di questo processo integrato è il raggiungimento di un livello di precisione e dettaglio nella conoscenza dell’immobile tale da permettere degli interventi mirati su ogni singolo ambiente. Inoltre, una diagnostica così accurata consente un’attenta analisi della stratigrafia delle pareti, al fine di migliorarne la coibentazione, così come la verifica della solidità strutturale di ogni singolo elemento portante della costruzione; una tipologia di intervento particolarmente utile in presenza di edifici danneggiati da terremoti o comunque bisognosi di interventi di messa in sicurezza sotto il profilo della tenuta antisismica.

Autore: luigi castello 12 ago, 2020

Conosciuta a livello internazionale con la locuzione inglese green building  e parente stretta della Baubiologie  (bioedilizia in italiano) di matrice tedesca, l’architettura ecosostenibile è la declinazione architettonica delle teorie sullo sviluppo sostenibile. Un nuovo modello di concepire gli spazi abitativi urbani ed extraurbani che, dai paesi del Nord Europa, dove si è inizialmente affermato (in particolare in Scandinavia e negli altri paesi baltici), si sta diffondendo anche presso le più restie popolazioni del Bacino del Mediterraneo.

Come suggerisce la stessa etimologia del termine, non si tratta di un vero e proprio stile architettonico, quanto piuttosto di un protocollo di realizzazione di edifici il cui precipitato a livello di effetti sull’ambiente sia quanto più possibile vicino allo zero.

Dunque, in discussione non sono tanto i principali modelli architettonici attualmente conosciuti e utilizzati, bensì gli elementi costitutivi degli stessi: materiali, tecniche, mezzi e strumenti adoperati per la costruzione degli edifici e per la progettazione dei loro interni.

La scelta dei materiali

Per un corretto approccio a un modello di architettura ecosostenibile, la chiave di tutto risiede in prima istanza nella scelta dei materiali di costruzione e nel loro utilizzo.

I materiali devono essere chimicamente stabili, atossici e non rilasciare sostanze nocive nell’organismo: e non parliamo solamente del più volte – a ragione – stigmatizzato amianto, ma di tanti altri materiali, perlopiù di origine minerale, adoperati nella costruzione delle mura, così come nell’intonacatura, nei rivestimenti per interni e negli strati isolanti.

In questo modo si spiega anche la poderosa rimonta registrata dal legno negli ultimi due decenni: è stata proprio la spinta propulsiva data dalla progressiva affermazione dell’architettura sostenibile a dare il via a una vera e propria rinascita (commercialmente parlando) del più naturale dei materiali da costruzione nell’ambito dell’industria edilizia.

Tecniche per l’ottimizzazione delle risorse e la riduzione dei consumi

In seconda istanza, l’architettura ecosostenibile passa per l’utilizzo di tecniche di costruzione che garantiscano uno sfruttamento capillare delle risorse, un drastico abbattimento degli sprechi energetici e, di conseguenza, una consustanziale riduzione dei consumi. Un combinato disposto che, in ragione delle sue potenzialità in termini di risparmio economico, ha ottenuto un immediato quanto ovvio riscontro presso i potenziali acquirenti.

Anche in questo caso, esiste un elemento primario a fare da collettore e al tempo stesso da catalizzatore di tutti gli altri che concorrono a raggiungere tale scopo, ed è il perfetto isolamento termico dell’edificio. In questo ambito sono stati investiti i capitali più ingenti, portate avanti le ricerche più autorevoli, sviluppate le tecniche più avveniristiche. Ed è sui risultati ottenuti in tale settore che si sono poi innestati gli ulteriori dispositivi progettati per rendere la casa un ambiente sempre più prossimo all’autosufficienza energetica: dalle lampade a basso consumo elettrico ai pannelli solari e fotovoltaici, con questi ultimi che, sempre più potenti e sofisticati, garantiscono un considerevole approvvigionamento di energia a costo zero e immediatamente riutilizzabile.

Quando un edificio è ecosostenibile?

Per essere definito come esempio di green building , un edificio deve essere dotato di specifiche certificazioni sui materiali utilizzati per la sua costruzione, rilasciate dalle aziende produttrici degli stessi. Inoltre, tali materiali devono aver ricevuto il sigillo di garanzia dell’Unione Europea, che ne attesti la congruità rispetto ai parametri fissati dalla stessa in termini di biocompatibilità.

Questi parametri sono desunti sulla base di test specifici, che prendono in esame non solo le materie prime ma anche tecniche e modi di lavorazione.

Come ben noto, il livello di sostenibilità energetica di un’abitazione è espresso secondo una scala di valori che nel linguaggio comune sono denominati classi energetiche. Maggiore è la classe energetica, migliori sono le capacità performative dell’edificio in termini di ottimizzazione delle risorse, consumi e, in definitiva, riduzione dell’inquinamento.

In tale ambito, negli ultimi anni sono stati introdotti due nuovi termini di nomenclatura. Le classi Gold e NZEB (Nearly Zero Energy Building), infatti, stanno a indicare quelle abitazioni quasi totalmente autosufficienti in termini energetici, prossime a prescindere del tutto dall’erogazione di energia elettrica tramite le reti pubbliche in quanto il loro fabbisogno è coperto in larga parte o interamente da fonti rinnovabili, specialmente se autoprodotte. Tutto questo senza sacrificare l’abitabilità e il comfort. In poche parole, la perfetta casa ecosostenibile.

Autore: luigi castello 12 ago, 2020

Per tutti coloro che stanno prendendo in considerazione l’idea di ripensare, riconfigurare o ristrutturare la propria abitazione secondo criteri di ecosostenibilità, è utile sapere che al giorno d’oggi le possibilità di coniugare risparmio energetico e una maggiore tutela dell’ambiente sono molteplici.

A partire dal Terzo millennio, gli investimenti sulla green building  (vale a dire l’architettura e l’edilizia a basso o nullo impatto ambientale) e il corrispettivo mercato del cosiddetto green affordable housing  (ovvero il real estate  a vocazione ecologica, pensato secondo criteri di sostenibilità e venduto a prezzi ragionevoli per potenziali clienti in possesso di un medio potere d’acquisto) si sono moltiplicati esponenzialmente, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Oggi non solo si possono realizzare ex novo abitazioni dal profilo ecologico estremamente avanzato, ma con una spesa relativamente contenuta si può ridefinire il proprio spazio abitativo secondo criteri di ottimizzazione delle risorse e minimizzazione degli sprechi, ottenendo risultati che si avvicinano all’optimum molto più di quanto si sia propensi a immaginare.

Pareti coibentate per un elevato risparmio dell’energia

La coibentazione di muri e soffitti è una delle architravi dell’architettura ecosostenibile, giacché la dispersione termica rappresenta una delle cause principali dell’elevato consumo energetico – a dispetto di un clima oltremodo favorevole – nei paesi mediterranei. Ecco perché la tecnologia applicata al rivestimento dei muri esterni e dei tetti ha raggiunto uno stadio evolutivo semplicemente impensabile anche solo fino a quindici anni fa.

Le due tecniche di isolamento termico più performanti sono il cappotto esterno e il rivestimento interno multistrato. Il primo è di più facile applicazione sugli edifici già costruiti: si tratta infatti, semplicemente, di rivestire le pareti esterne con dei pannelli in materiale isolante, inerte e atossico, che oltre a preservare il calore (e, in senso inverso, a evitare le infiltrazioni di aria fredda dall’esterno) attenua sensibilmente le infiltrazioni di umidità (per le quali, in ogni caso, sono in genere previste di default delle protezioni apposite). Per il fissaggio si utilizza del collante, avendo però contestualmente cura di ancorare i pannelli al muro della casa tramite dei tasselli.

Solitamente, i pannelli isolanti per cappotti termici sono in polistirene espanso (EPS) o in polistirene estruso (XPS), con quest’ultimo che si lascia preferire per le sue proprietà idrofughe (non si lascia penetrare dall’acqua e dall’umidità in generale). Delle valide alternative sono la fibra di legno, il silicato di calcio e il sughero, materiali naturali che, in virtù della loro alta densità, assicurano anche la preservazione del fresco in estate rispetto alle temperature torride dell’esterno. Inutile sottolineare come quest’ultima soluzione sia la più indicata in paesi caldi come il nostro.

Per quanto riguarda il rivestimento interno multistrato, si tratta di una soluzione potenzialmente ideale, in quanto, andandosi a innestare all’interno dei muri, garantisce un isolamento più calibrato e definito a seconda delle caratteristiche architettoniche dell’edificio. L’ovvia controindicazione è la necessità di lavori murari particolarmente invasivi per effettuare l’installazione.

Caldaie di ultima generazione

A prescindere dalla fonte di approvvigionamento (gas erogato tramite rete pubblica oppure fonti rinnovabili autoprodotte), nell’ottica di un adeguato risparmio energetico a fare la differenza è sempre l’ottimizzazione delle risorse. Per questo motivo, le caldaie di ultima generazione propongono delle soluzioni tecnologiche che permettono di ottenere performance di erogazione termica decisamente superiori alle caldaie leggermente più vetuste, a parità di consumo energetico.

Sono soprattutto le caldaie a condensazione a recitare la parte della primadonna in questo specifico settore di mercato. Si tratta di dispositivi in possesso di una tecnologia talmente avanzata (e ormai completamente gestibile da remoto, tramite tablet, PC o smartphone) da consentire un recupero quasi totale del calore prodotto per il riscaldamento domestico e una sua successiva canalizzazione per il riscaldamento dell’acqua.

Accanto a esse, si stanno imponendo gli apparecchi a pellet. Questo derivato del legno ad altissima densità (si tratta sostanzialmente di legno pressato, caratterizzato da un alto potere calorifero contenuto in un volume estremamente ridotto) ha contribuito in poco tempo ad abbattere radicalmente il consumo di combustibile per la produzione di calore, oltre a contenere le spese del singolo utente fino a poco meno della metà.

Pannelli solari e fotovoltaici

Quando si parla di dotare un’abitazione di pannelli solari e/o fotovoltaici, si descrive un investimento a medio termine. Bisogna tuttavia sottolineare come i tempi di recupero della spesa iniziale si stiano assottigliando sempre più grazie all’evoluzione tecnologica di tali dispositivi.

I pannelli solari assorbono il calore solare e lo utilizzano per il riscaldamento dell’acqua: generalmente hanno un costo più abbordabile. I pannelli fotovoltaici sono più impegnativi dal punto di vista dell’esposizione pecuniaria, ma grazie alla loro capacità di convertire l’energia solare in energia elettrica, alimentando tutta la rete domestica (luci, elettrodomestici, automazione di porte e cancelli, antifurto, eccetera), rappresentano il passo più significativo verso una totale indipendenza energetica; con inevitabili quanto piacevoli ricadute positive sulla bolletta.

Autore: luigi castello 12 ago, 2020

L’utilizzo di smartphone, PC e tablet ha senza ombra di dubbio rivoluzionato la nostra vita: oggi infatti possiamo essere connessi con il mondo con un semplice click.

E se anche la nostra casa fosse monitorabile da remoto in qualunque momento? Oppure se volessimo accendere le luci, alzare o abbassare le tapparelle direttamente dal nostro computer in ufficio? Grazie agli impianti di domotica oggi si possono fare queste e molte altre azioni rapidamente in remoto, grazie ad applicazioni semplici e a sistemi integrati di cui parleremo a breve.

La domotica: per monitorare la casa dovunque e in qualunque momento

Le aziende specialiste del settore sono oggi in grado di proporre soluzioni di domotica dalla fruizione semplificata, utilizzabili tramite tablet e smartphone, per controllare sistemi di climatizzazione, di riscaldamento, ma anche l’apertura degli infissi e l’accensione di luci e impianti d’irrigazioni a distanza.

Tutto questo grazie ad alcune specifiche applicazioni per dispositivi mobili, con le quali l’utente può interfacciarsi direttamente via internet col proprio sistema di gestione in qualunque momento desideri.

Gestire luci, sistemi di allarme e tapparelle direttamente dallo smartphone

Se vi siete dimenticati di spegnere le luci uscendo di casa, oppure di inserire il sistema di allarme, grazie agli impianti di domotica potrete provvedere in modo semplice ed efficace a queste piccole dimenticanze quotidiane.

Alla stessa maniera potrete programmare il riscaldamento o il raffrescamento dei vostri ambienti prima del vostro ritorno a casa dal lavoro, così come l’irrigazione del vostro giardino. Alcuni sistemi per la domotica addirittura si interfacciano con le telecamere a circuito chiuso, permettendo così di controllare da remoto i propri ambienti in ogni instante.

Senza ricorrere a particolari smartphone o tablet – bastano infatti i modelli che avete già a vostra disposizione – potrete infine regolare l’alzata delle serrande e gestire i consumi del vostro impianto elettrico, per avere sempre sott’occhio una stima dei costi di gestione della vostra casa.

Prezzi modici, il massimo del comfort

I sistemi per la domotica presentano di norma costi abbastanza moderati, e a seconda della tipologia di sistema presenterà caratteristiche e costi peculiari. Tuttavia rispetto a qualche anno fa, i prezzi per questo tipo di sistemi si sono abbassati, consentendo a un’ampia platea di potenziali clientidi poter gestire direttamente dal proprio smartphone la propria casa in totale serenità e sicurezza.

Autore: luigi castello 24 lug, 2020

Quando la muffa compare in un ambiente, è subito allarme: i problemi igienico-sanitari causati da queste spore volatili possono infatti essere ingenti, ed è necessario intervenire con rapidità per evitare le conseguenze peggiori. L’umidità da condensa (causata dai ponti termici strutturali, nelle parti più fredde dell’edificio), quella da infiltrazioni, quella da costruzione e quella da risalita, se non vengono combattute, portano via via alla netta diminuzione del comfort termico, al degrado dei materiali dell’arredo e appunto all’insorgenza di muffe. Ma come fare per combatterle?

COME CONTRASTARE L’INSORGERE DI MUFFE

1. Scegliere una coibentazione efficiente, con una ristrutturazione che diminuisca le dispersioni di calore e le infiltrazioni; i cappotti termici della CST di Lissone rappresentano un ottimo esempio di intervento in grado di eliminare l’umidità e permettere una vivibilità perfetta a tutti gli inquilini (o ai dipendenti, in caso si parli di un ufficio o di un’azienda).

2. Ricorrere a intonaci deumidificanti, anticondensa, isolanti e traspiranti, con elevate capacità termoisolanti. Applicando questi intonaci, in altre parole, è possibile mantenere la casa fresca d’estate e calda d’inverno, appiattendo gli sfasamenti d’onda e gli sbalzi termici. I modelli pressurizzanti sono anche in grado di creare un buon prosciugamento anche in presenza di un processo di umidificazione continuo, per mezzo di particolari strutture alveolari a cellula.

3. Utilizzare soluzioni a base acquosa antimuffa per pulire le superfici interessate dal fenomeno; questi prodotti garantiscono un’efficace azione detergente ed igienizzante e aiutano a recuperare in breve tempo una situazione più vivibile, ma non si tratta di soluzioni strutturali e nel caso in cui il problema dovesse ripresentarsi è meglio puntare su una coibentazione efficace.

4. Quando l’insorgere della muffa è ben localizzato, eventualità piuttosto frequente, è possibile anche scegliere degli spray specifici per la pulizia e per l’eliminazione delle muffe sulle superfici murarie.

5. In genere, è comunque una buona idea tenere dei comportamenti adeguati in casa per evitare che si formi la muffa, semplicemente seguendo dei semplici accorgimenti. L’importante è avere sempre più luce naturale possibile in casa, tenendo una temperatura uniforme in tutti gli ambienti e arieggiandoli spesso. Gli infissi devono essere a prova di infiltrazione ed è necessario stare attenti anche alle piante da interni, che con i ristagni d’acqua dei sottovasi possono costituire un vero e proprio catalizzatore per l’insorgenza di muffe.

Autore: luigi castello 24 lug, 2020

Il riscaldamento a pavimento è una delle tecnologie più innovative e apprezzate per il comfort termico, e costituisce una soluzione ideale per abitazioni private ma anche uffici o esercizi commerciali. I vantaggi di questo approccio sono molteplici: una bassa dispersione termica, un riscaldamento costante su tutta la superficie dell’ambiente interessato e una migliore efficienza energetica rispetto ai classici radiatori, che si traduce in una bolletta molto più bassa. Erroneamente si ritiene che l’installazione di un sistema a pannelli radianti sia invasiva e richieda lavori impegnativi, ma in realtà le tecniche moderne consentono di ottenere un eccellente risultato in maniera decisamente funzionale.

COME FUNZIONA IL SISTEMA A PANNELLI RADIANTI

Il funzionamento del sistema di riscaldamento a pavimento è piuttosto semplice: nel pavimento, che può essere realizzato in diversi materiali tra cui il grès porcellanato, viene installata una serpentina di tubi in cui scorre acqua a una temperatura mite (30°-40° gradi, a fronte dei 70°-80° gradi di un termosifone a piena potenza). I tubi sono collegati alla caldaia che riscalda il fluido.

Di norma, l’installazione del riscaldamento a pavimento prevede la posa in serie di solaio strutturale, isolante, massetto, tubi per il passaggio dell’acqua e la pavimentazione vera e propria. L’elemento riscaldante è il massetto in cemento che ricopre i tubi, quindi uno spessore ridotto permette di raggiungere la temperatura ideale in un ambiente in meno tempo. I tubi devono essere realizzati in modo da durare a lungo, resistendo allo schiacciamento dovuto al calpestio e alla corrosione. Particolare attenzione va dedicata anche al percorso dei tubi nel pavimento, in modo che non ci siano zone più o meno calde.

PANNELLI SOLARI: UNA SCELTA CONVENIENTE ED ECOSOSTENIBILE

Un sistema di riscaldamento a pavimento deve avere una temperatura di esercizio che si aggira intorno ai 28°-30°; una temperatura superiore, infatti, finirebbe per creare un calore eccessivo all’altezza delle gambe e portare quindi a notevoli problemi di circolazione, anche se oggi gli impianti più moderni sono assolutamente sicuri da questo punto di vista.

È possibile applicare i pannelli solari direttamente al riscaldamento per una soluzione davvero green, e sfruttare ulteriormente il risparmio energetico facendo ricorso alle caldaie a condensazione. Da ricordare che una casa senza termosifoni e radiatori ha uno spazio superiore a disposizione e pone meno ostacoli per l’arredamento; in più, si riducono anche i movimenti convettivi che negli impianti di tipo tradizionale producono lo spostamento della polvere. Infine, il sistema a pavimento può essere utilizzato anche per il raffrescamento di ambienti abitativi o lavorativi.

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